In cammino lungo il sentiero del Furioso alla riscoperta delle nostre radici

sentiero del furioso doglio

Transameria e Slow Food hanno proposto, lo scorso 27 agosto, un itinerario nella Media Valle del Tevere lungo il Sentiero del Furioso, tra panorami e natura incontaminata, alla scoperta di belle storie di attaccamento alla terra e di profondo amore per i suoi frutti.

L’Italia, lo sappiamo bene, è uno scrigno infinito di preziose realtà e storie interessanti che, con fatica, riescono ad emergere nella selva di contenuti che internet ci propone costantemente; Slow Food, come ci spiega Walter Ciucci, insieme a Transameria intende valorizzare le eccellenze e le produzioni di micro aziende agricole che, caparbiamente, continuano con passione a presidiare i territori e produrre eccellenza.

Con questo spirito, lo scorso 27 agosto a Todi, si è tenuta la prima edizione del Mercato della Terra di Transameria, un punto di incontro diretto tra produttori e consumatori del territorio, un’occasione per approfondire la conoscenza reciproca al fine di incrementare il livello di fiducia e la consapevolezza dei consumatori.

Nel pomeriggio poi, all’interno degli eventi collegati al Todi Festival, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini ha presentato il suo ultimo libro “Il gusto di cambiare”, un’opera nella quale vengono affrontati temi come la solidarietà, la cooperazione, l’altruismo e la qualità delle relazioni per sensibilizzare sull’adozione di comportamenti in linea con una nuova concezione del singolo e del suo ruolo all’interno della comunità globale.

Oltre a portare i produttori al mercato, si è anche voluta effettuare l’operazione inversa: ovvero portare i consumatori nei luoghi dove i prodotti hanno origine. Attraverso parte del sentiero del Furioso, il percorso che costeggia il fiume Tevere in uno dei suoi tratti più impetuosi e che può essere fatto a piedi, in bicicletta e a cavallo, i partecipanti all’escursione sono stati condotti fino al piccolo borgo di Doglio, frazione di Monte Castello di Vibio posta lontano dalle odierne maggiori vie di comunicazione. Il suo toponimo deriva dal latino “dolium”, nome degli antichi recipienti di terracotta nei quali venivano conservati olio, vino o cereali. Viene quindi da molto lontano la vocazione agro silvo pastorale del piccolo nucleo, abitato da poco più di cinquanta persone dove, davvero, il tempo sembra (quasi) essersi fermato.

Una passeggiata lungo le vie dell’antico castrum scopre scorci di struggente bellezza, apre panorami dall’ampio respiro sulle colline circostanti (come quello che appare attraversando Porta Fuje, l’arco di accesso al nucleo abitato che sfoggia al suo apice l’aquila tuderte) e scopre una realtà dove, ancora, le chiavi di casa vengono lasciate nella toppa. Lo spaccio con più di duecento anni di vita viene caparbiamente tenuto aperto dall’ultra novantenne proprietario mentre, in totale controtendenza, giovani agricoltori curano con passione il proprio vigneto. E’ questo il caso della Cantina Zafferami, una piccola realtà dove l’entusiasmo delle giovani generazioni è supportato dall’esperienza delle precedenti al fine di produrre vini di qualità.

La tavola è apparecchiata sotto i lecci del viale della Rimembranza, il viale di accesso al paese dedicato alle vittime innocenti dei tedeschi, fucilate proprio dove ora campeggia la lapide commemorativa; la Bottega di Carlino, altro storico luogo di ritrovo per una partita a carte o una bevuta in compagnia, propone ai partecipanti una sontuosa degustazione di prodotti tipici del territorio: dai formaggi ovini e caprini, alla tipica torta al testo farcita con prosciutto, dai tortellini arricchiti dal profumatissimo tartufo ai dolci tradizionali come la crostata e la torta di mele o la panna cotta profumata con le more che, copiose, si trovano nei boschi limitrofi. Il tutto annaffiato con il bianco “Stille di Bacco”, un profumatissimo chardonnay, al quale sono seguiti il rosso “Dolium” ed il rosato “Eos”, naturalmente della Cantina Zafferami di Doglio.

Transameria Way by Uncoverumbria è un percorso ad anello di circa 100 km che si snoda a sud dei Monti Amerini tra la città di Todi e di AmeIia, sulle antiche tracce della Via Amerina. Grazie alla stretta collaborazione con “Slow food Umbria”, che ha individuato sul tracciato una rete di aziende produttrici e ristoratori selezionati, il viaggiatore può scoprire e gustare lungo il tracciato prodotti e piatti tipici del territorio rendendo questa esperienza unica e indimenticabile. Per informazioni: transameriaway.it, nilosevents@gmail.com, +39 3392254725.

Slow Food è una fondazione nata a Firenze nel 2003 che coordina e promuove i progetti di Slow Food a tutela della biodiversità alimentare in tutto il mondo per un’agricoltura in equilibrio con l’ambiente che ha come principali obiettivi la sovranità alimentare e l’accesso per tutte le comunità a un cibo buono, pulito e giusto.

Benedetta Tintillini

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